Una giovane startup californiana, Reflect Orbital, ha attirato l’attenzione del pubblico e dei media con una proposta tanto innovativa quanto controversa: proiettare luce solare su aree specifiche della Terra durante le ore notturne. L’idea si basa sul lancio di satelliti dotati di specchi riflettenti, capaci di catturare e reindirizzare la luce del Sole, sempre presente nello spazio, verso zone della Terra che si trovano nell’oscurità. Un progetto ambizioso che solleva però numerosi interrogativi, in particolare sull’impatto ambientale e la sostenibilità del sistema.
L’AD della società, Ben Nowack, è convinto del potenziale della sua visione. “Immaginate di poter illuminare qualunque parte del mondo di notte, semplicemente con un tocco sullo schermo del vostro smartphone”, ha dichiarato Nowack in uno dei video promozionali pubblicati sui social. E, in effetti, il fascino di poter controllare la luce solare notturna con un’applicazione ha già attirato molta curiosità. I primi esperimenti, effettuati con l’uso di mongolfiere e specchi prototipali, hanno mostrato il potenziale della tecnologia, ma i veri test nello spazio sono previsti per i prossimi mesi.
Il concept, oltre a suscitare interesse in ambiti come l’intrattenimento e l’illuminazione pubblica, ha un obiettivo ben più concreto: alimentare i grandi impianti fotovoltaici durante la notte. Il problema dell’intermittenza della produzione solare, infatti, rappresenta uno dei principali ostacoli allo sviluppo delle energie rinnovabili. Reflect Orbital, con la sua rete di satelliti, potrebbe risolvere questa criticità, garantendo una fornitura continua di energia solare anche in assenza di luce diretta.
Tuttavia, le sfide tecnologiche ed economiche sono solo una parte della questione. Gli impatti ecologici del progetto sono altrettanto rilevanti. Proiettare fasci di luce di grande intensità nelle ore notturne potrebbe infatti alterare profondamente i ritmi circadiani di piante, animali e esseri umani. L’inquinamento luminoso, che già oggi rappresenta un problema in molte aree del pianeta, rischia di aumentare considerevolmente con l’adozione di questa tecnologia. Inoltre, le osservazioni astronomiche, fondamentali per la ricerca scientifica, potrebbero essere seriamente compromesse. “Molti scienziati lamentano già i trenini luminosi creati dai satelliti Starlink”, ha commentato Nowack, riconoscendo l’esistenza di questi problemi, ma allo stesso tempo affermando che “le soluzioni possono essere trovate, è solo una questione di innovazione e dialogo con la comunità scientifica”.
Oltre all’inquinamento luminoso, esistono perplessità anche sulla fattibilità economica di un progetto così ambizioso. Sebbene Reflect Orbital stia lavorando per sviluppare una flotta di circa 60 satelliti, i costi dei lanci spaziali sono ancora elevati. Anche il modello di business basato su prenotazioni anticipate per singoli fasci di luce solare notturna è al momento molto limitato. La società ha comunque già aperto le prime prenotazioni per il servizio, con la promessa di renderlo disponibile entro la fine del 2025.