Fasten, innovativa azienda torinese, si prepara a cambiare per sempre il modo in cui intendiamo la manutenzione delle biciclette. Sotto la guida del CEO Stefano Costamagna, la società ha presentato ufficialmente il suo Switch Wheel System (SWS), una tecnologia che punta a semplificare radicalmente la sostituzione delle ruote, incrementando al tempo stesso efficienza, sicurezza e standardizzazione nel settore ciclistico.
Il cuore del sistema SWS sta in un’architettura completamente ripensata: disco freno e cassetta pignoni restano fissati al telaio, mentre il mozzo ruota può essere rimosso rapidamente tramite un singolo asse passante da 14 mm. Una soluzione che, oltre a ridurre drasticamente i tempi di intervento, elimina la necessità di riallineamenti, semplifica la logistica e consente di utilizzare un solo tipo di ruota sia per l’anteriore sia per il posteriore. Con il suo design a coda di rondine per i principali componenti, il sistema garantisce rigidità torsionale e precisione anche sotto stress. Tuttavia, l’adozione del SWS richiede telai appositamente progettati, una sfida non da poco in un mercato tradizionalmente frammentato e lento ad accogliere nuovi standard.
Fasten sta già collaborando con diversi produttori per integrare il sistema nei telai di prossima generazione. I primi esemplari saranno disponibili a breve, destinati inizialmente ad atleti e team selezionati, dopo aver superato con successo test severi su percorsi tecnici e sconnessi, come quelli della Granfondo Strade Bianche. Stefano Costamagna, commentando il lancio del SWS, ha dichiarato: “Con il sistema SWS il cambio ruota diventa un’operazione semplice immediata. Puntiamo a rendere questa tecnologia un nuovo standard per il settore offrendo ai ciclisti una soluzione senza precedenti in termini di praticità e prestazioni”.
Il successo del progetto dipenderà ora dalla capacità di Fasten di superare la naturale resistenza del mercato ai cambiamenti strutturali. Ma se i vantaggi promessi saranno confermati anche su larga scala, il sistema SWS potrebbe davvero segnare l’inizio di una nuova era per il ciclismo.