Nei fondali dei nostri oceani sono presenti oltre un milione di chilometri di cavi in fibra ottica utilizzati per le telecomunicazioni. In passato, molti scienziati hanno cercato un metodo efficace per monitorare la sismicità attraverso quei cavi e oggi, il California Institute of Technology (Caltech), insieme ad alcuni esperti di ottica di Google, hanno creato un modo per rilevare i terremoti grazie ai cavi in fibra ottica. 

Lo studio pubblicato dall’istituto ha dimostrato che i cavi sottomarini in fibra ottica sono sensibili alla pressione delle onde e alle variazioni di temperatura che possono essere ricollegate a eventi esterni e quindi risultano essere utili per lo studio di terremoti e sismi e per analizzare i fondali degli oceani. 

“Questa nuova tecnica può davvero convertire la maggior parte dei cavi sottomarini in sensori geofisici lunghi migliaia di chilometri per rilevare terremoti ed eventualmente tsunami in futuro”, ha dichiarato afferma Zhongwen Zhanassistente professore di geofisica al Caltech. ”Riteniamo che questa sia la prima soluzione per il monitoraggio della sismicità sul fondo dell’oceano che potrebbe essere implementata in tutto il mondo. Potrebbe integrare la rete esistente di sismometri a terra e boe di monitoraggio dello tsunami per rendere il rilevamento di maremoti e tsunami più veloce in molti casi”.  

Lo studio si è basato soprattutto sul monitoraggio del cavo sottomarino Curie di Google, lungo circa 10 mila chilometri e che collega la città californiana di Los Angeles a Valparaíso in Cile.  Il cavo, con un diametro di due centimetri, si trova ad una profondità tra i quattro e i sei chilometri e contiene quattro fibre ottiche. Il monitoraggio è durato nove mesi (da dicembre 2019 a settembre 2020) durante i quali il team di esperti ha registrato circa trenta maremoti e venti scosse sismiche, tra cui quella di magnitudo 7.7 del 28 gennaio 2020 al largo della Giamaica.  

I ricercatori sono ora impegnati nello sviluppo di un algoritmo di machine learning che permetterà di capire se i cambiamenti della polarizzazione (della luce che corre attraverso i cavi in fibra ottica) registrati possano essere collegati a terremoti o onde oceaniche, oppure ad altre cause come navi o animali nelle vicinanze del cavo.