È Gianni Prandi, fondatore e membro del CdA di Vidierre, a commentare su “L’Espresso” quanto emerge dall’analisi che la società di Assist Group specializzata nel monitoraggio dei media ha condotto in merito alla percezione degli italiani sulla disinformazione. I dati denotano la preoccupazione dell’opinione pubblica per la divulgazione di fake news, anche in relazione alla loro persistenza nel web.

La mancanza di tempo, voglia o strumenti per verificare l’attendibilità di una notizia permette alle fake news di diffondersi e perdurare sulla Rete anche dopo la loro smentita”, spiega Gianni Prandi: rispetto al 2021, quando a sostenere la necessità di incrementare gli strumenti di controllo delle informazioni era il 78,40% del campione, oggi a dichiararsi favorevole è l’84,80%.

Negativa anche la percezione sulla persistenza online di news che sono state smentite nel tempo: il 78% degli intervistati intravede i rischi e i pericoli che derivano dalla possibilità di rilevarle ancora in Rete nonostante sia conclamato che si trattano di informazioni false o fuorvianti. Dall’analisi emerge inoltre come sia considerata scarsa la capacità dei singoli di poterle riconoscere.

Positivo invece, come sottolinea anche Gianni Prandi nel suo commento, il giudizio sulle misure di fact-checking utilizzate dai grandi media per evitare la pubblicazione di fake news: il 61% degli intervistati le ritiene infatti efficaci. Per l’analisi Vidierre – Assist Group si è avvalsa dell’innovativa piattaforma WOSM©, che monitora ed elabora oltre 25 milioni di fonti nazionali e internazionali restituendo una visione complessiva sul fenomeno di indagine.

Per maggiori informazioni:

https://lespresso.it/c/attualita/2024/1/15/gli-italiani-promuovono-il-fact-checking-come-arma-contro-le-fake-news/50000