La crisi economica del 2008, l’evoluzione delle tecnologie, l’intelligenza artificiale, la pandemia: si tratta di cambiamenti epocali che vanno considerati anche in ambito formativo per offrire agli studenti percorsi di studio adatti a comprendere e affrontare le sfide del presente. È su questo concetto che l’Università Luiss Guido Carli ha strutturato la sua offerta formativa per l’anno accademico 2023-2024.
Ne ha parlato approfonditamente il Rettore Andrea Prencipe in una recente intervista rilasciata a “Startup Italia”, nella quale ha illustrato in modo chiaro e conciso il metodo “enquiry-based” pensato appositamente per formare i leader di domani. “Al saper fare e ai laboratori di apprendimento esperienziali in collaborazione con imprese private e istituzioni pubbliche, aggiungiamo la dimensione del saper essere, sul quale puntiamo moltissimo attraverso le attività extra curriculari per sviluppare le human skills”, spiega il Rettore. A questi elementi si aggiunge una terza declinazione, quella del “saper diventare”, che racchiude a pieno il concetto di modello “enquiry-based”: in Luiss è richiesta una partecipazione attiva all’apprendimento, grazie alla capacità di porsi domande e ipotizzare nuovi scenari per il futuro. Si tratta di un “mindset sperimentale e investigativo per studiare le complessità”, ha commentato Andrea Prencipe, sottolineando l’importanza di calarsi nelle vesti dello scienziato, sempre pronto ad analizzare i problemi per formulare ipotesi.
Il 95% dei laureati Luiss trova occupazione nell’anno successivo alla laurea, ciò dimostra l’efficacia del metodo e la capacità dell’Ateneo di intercettare le opportunità e le necessità del mondo del lavoro. “Già da qualche anno abbiamo ritenuto indispensabile investire sull’intelligenza artificiale e sui big data”, ha dichiarato Andrea Prencipe, ponendo l’accento sull’importanza di coniugare queste nuove materie con gli studi umanistici, cuore della proposta formativa in Luiss. “Le nostre Lauree Triennali di primo livello sono ampie e ricche di stimoli multidisciplinari, mentre quelle specialistiche svolgono una funzione professionalizzante”.
Si cerca anche di combattere il fenomeno dei “NEET” (giovani che non studiano e non lavorano) grazie a 1.300 borse di studio per famiglie svantaggiate, nonché con progetti specifici come la “Ecole42”, che dà l’opportunità di studiare coding senza bisogno di pagare rette né di possedere particolari titoli di studio.
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